Come ottimizzare i tuoi contenuti per la ricerca vocale
Una checklist da seguire per accaparrarsi quanti più featured snippet possibili
25 Luglio 2018
Guest post
Creare contenuti per la ricerca vocale significa usare una serie di strategie che ti permetteranno di posizionare i tuoi testi all’interno dell’assistente vocale. Queste strategie partono da un mindset preciso: strutturare i tuoi contenuti in modo da renderli facilmente servibili come featured snippet di Google.
Il featured snippet anche chiamato risultato zero o snippet in primo piano (userò questi termini in maniera intercambiabile nel corso dell’articolo) è un riquadro di 40-50 parole che Google mostra prima dei risultati di ricerca. Questa funzionalità ha lo scopo di fornire una risposta breve ed esaustiva all’utente su alcune chiavi di ricerca:
Non importa quanto grande o autorevole sia il tuo blog. Con la giusta strategia e la voglia di sperimentare puoi competere con qualsiasi sito su parole chiave competitive.
Perché partire dai featured snippet per la ricerca vocale?
Accaparrarsi un featured snippet vuol dire attirare gran parte del traffico in prima pagina. Infatti, in alcuni casi Google posiziona pagine web come featured snippet anche quando non si trovano in prima posizione. Non mi credi? Guarda questo esempio tratto dal mio blog in relazione alla domanda “What is DuckDuckGo business model”:Non ci sono formule per il successo ma una sperimentazione continua
Da più di un anno e mezzo, con WordLift (una startup Italiana di cui faccio parte e che applica sistemi di intelligenza artificiale e machine learning alla SEO) e sul mio blog ho sperimentato diverse variazioni, “formule” e ingredienti necessari per capire come posizionare i miei contenuti all’interno dei risultati zero. È bene chiarire che nel mondo della SEO, e in genere nel mondo reale, non esistono formule segrete per il successo. Infatti, la SEO è in continua evoluzione. Un elemento però rimane costante: Google è affamato di dati. Così come Facebook, Instagram e altri social media vogliono i nostri dati sotto forma di interazioni, like, share e così via. Google vuole i tuoi contenuti per trasformarli in “segnali” che possono essere interpretati, riformulati e serviti in diversi modi. L’obiettivo di quest’articolo è di fornire una checklist da seguire per accaparrarsi quanti più snippet possibili, così da rendere la tua strategia SEO molto più efficace. Sei pronto?Ricerca le opportunità giuste per i tuoi featured snippet
Il primo passo è cercare le opportunità giuste. In genere, le domande che iniziano con chi, come, dove e quando e che possono essere risposte in 40-50 parole potrebbero nascondere delle opportunità. In più deve trattarsi di domande per cui gli utenti hanno interesse ad una risposta immediata. Prendiamo la parola chiave “come fare il passaporto”:Punta alla domanda secca nel titolo e rispondi nelle prime righe
Non c’è un unico modo di ottenere gli snippet in primo piano. In genere però quando hai trovato un’opportunità fai in modo di avere come titolo principale la domanda o parola chiave che andrà ad innescare il featured snippet. Ad esempio, se vuoi ottenere il featured snippet su “come fare un bonifico” quello diventerà il tuo titolo. Mentre i tuoi contenuti dovranno avere le seguenti caratteristiche:- dai una risposta breve, intorno alle 50-60 parole;
- fai in modo che quella risposta sia chiara, diretta e pulita. Noterai che molti featured snippet provengono da Wikipedia. Ecco, usa lo stile chiaro, pulito e diretto di Wikipedia per rispondere alla domanda;
- in alcuni casi se si tratta di un processo (ad. Esempio “come fare la pizza napoletana”) una lista puntata potrebbe funzionare meglio;
Da articoli ad entità: usa i dati strutturati
Ottimizzazione delle immagini per i featured snippet
Una delle strategie che ho ampiamente usato per accaparrarmi featured snippet è l’utilizzo di immagini in rilevanza con dimensione di un post di LinkedIn. Il motivo è semplice, Google ha fame di immagini.La SEO è una strategia integrata
Molti pensano che la SEO riguardi una cerchia ristretta di esperti che invece di parlare alle persone si concentrano su tecnicismi, perdendo di vista il lato umano. Ebbene, quella non è SEO! Fare una strategia di ottimizzazione vuol dire avere una visione integrata del proprio business online. SEO, social media, influencer marketing e PR hanno lo scopo di creare interazioni e conversazioni. Quando Facebook o LinkedIn mandano traffico qualificato verso il tuo blog, quella è SEO. Infatti, le persone che arrivano da questi canali saranno probabilmente interessate ai contenuti più di altri utenti che arrivano sul tuo sito per caso. Questo implica che le persone che atterrano sul tuo sito attraverso una campagna di social media fatta a dovere tenderanno a spendere più tempo in pagina, a leggere più articoli e a condividerli alla propria rete. Essi sono segnali che servono a Google (insieme a molti altri) per capire la rilevanza di un contenuto web. Quindi, lo scopo di una strategia SEO si concentra su due punti fondamentali: soddisfare gli intenti di ricerca e far capire a Google cosa conta davvero in relazione al tuo sito web. Attraverso una serie di segnali puoi – in parte – controllare la percezione che Google ha in relazione alla qualità, rilevanza e autorevolezza del contenuto che hai creato. Ecco alcuni “segnali” che ti servono da supporto per la tua strategia di posizionamento:- usa il testo alternativo in maniera strategica. In breve, inserisci all’interno del testo alternativo la parola chiave che stai cercando di posizionare nel titolo. Se non sai come fare leggi questa guida di Giovanni Amato su SEO per immagini;
- usa il permalink come segnale ulteriore per posizionare il tuo contenuto. In breve, se stai cercando di posizionare la parola chiave “come fare la pizza napoletana” usa il permalink “come-fare-pizza-napoletana”;
- in genere è fondamentale seguire le best practice in termini di SEO on-page.
- condividi sui social giusti. Se si tratta di un argomento tecnico o professionale, come notato recentemente da Riccardo Scandellari può dare molta più risonanza ai tuoi contenuti attraverso un post di LinkedIn;