Per lavorare da casa comincia progettando il tuo nuovo ufficio
Lavorare da remoto non è facile come sembra, è molto importante, infatti, progettare adeguatamente anche gli spazi
27 Marzo 2018
Lavorare da casa non è per tutti. L’immagine del manager o dell’impiegato che fa le skype call seduto al tavolo in soggiorno in giacca e cravatta senza pantaloni non è, infatti, molto veritiera. Anche se le nuove modalità di smart working possono essere molto soddisfacenti e aprire tante opportunità, non sempre è tutto oro ciò che luccica.
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Tuttavia, lavorare da casa sta diventando sempre più comune, perché tra i benefici c’è una grande flessibilità per i lavoratori, specialmente se si parla di equilibrio lavoro-vita privata.
Come la mettiamo, quindi, se parliamo di spazi dedicati al lavoro? Mentre un ufficio è sicuramente predisposto a ospitare un lavoratore, mettendolo a suo agio nell’attività che dovrà svolgere, in casa non è sempre possibile ritrovare tutti i vantaggi offerti dall’ufficio. Ecco perché è utile sapere come arredare la propria casa e quali soluzioni adottare per lavorare efficacemente da remoto?
Esempi di design per chi lavora da casa
Anna Yudina, cofondatrice di Monitor Magazine, ha affrontato questi argomenti nel suo nuovo libro Homework: design solutions for working from home. Il volume contiene un insieme di progetti che rivelano come si possano trasformare anche piccoli appartamenti in luoghi di lavoro, direttamente dal letto alla scrivania.
Non sempre è facile fare tutto questo: «le persone fronteggiano diverse situazioni alle quali devono adattare il loro posto di lavoro» dice Yudina. «Alcune volte bisogna trovare un equilibrio anche con i bambini che girano per case, altre volte si ha uno spazio molto ridotto in cui trovare un modo per organizzarsi in base a differenti momenti del giorno e situazioni spcifiche. Tutto questo ha a che fare con il trovare lo scenario giusto nel momento e nello spazio giusto, attraverso il buon design».
Soluzioni time-based: flessibilità nel progettare gli spazi
Una prima utile distinzione è quella tra design time-based e space-based.
Il primo fa riferimento a soluzioni come muri e arredi “mobili”, in grado di trasformare interamente uno spazio tra i momenti di svago e quelli lavorativi.
Un esempio potrebbe essere il progetto dell’architetto di New York Michael K. Chen: un unico muro semovibile trasforma uno spazio di 35 metri quadri da salotto/studio dove lavorare, in una camera da letto. Un modo per tenere il proprio lavoro separato dal resto della propria vita.
O ancora, potremmo rivolgerci al modello di appartamento-studio progettato dagli Spheron Architects di Londra, in cui vengono nascosti cucina e letto da due blocchi di legno mobili rispettivamente posti alle estremità opposte della stanza, dando così la possibilità di creare uno spazio dove lavorare in totale libertà.
Per chi lavora da casa, diventa fondamentale creare un contesto e un’atmosfera in cui potersi concentrare sulle proprie attività, senza le classiche distrazioni causate dall’ambiente domestico.
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Soluzioni space-based: dinamismo su più livelli
Le soluzioni space-based sono più permanenti: utilizzano l’intero spazio di un appartamento, sia verticalmente che orizzontalmente.
Il Domino Loft di San Francisco, progettato dagli architetti Peter Suen e Charles Irby, ne è un chiaro esempio. Un singolo componente d’arredo può essere considerato contemporaneamente come tavolo da cucina, guardaroba, stanza da letto, letto degli ospiti e, naturalmente, spazio di lavoro. Una specie di letto a castello, ma un po’ più evoluto.
Fonte: Dezeen
Un altro esempio èl’appartamento di Hong Kong progettato da Jaak Design. Uno spazio di circa 30 metri quadri viene diviso da un mobile su misura che include una piccola cucina, un bagno, una postazione di lavoro e il letto. Il letto e la scrivania sono connessi attraverso un’apertura nel mobile per conferire un senso di connessione mediante lo spazio, che però può essere chiusa quando si ha bisogno di lavorare fino a tardi.
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Fonte: archello
Gli svantaggi di un ufficio in casa
Tante soluzioni, insomma, ma anche alcuni svantaggi. Un aspetto che potrebbe essere criticato in queste soluzioni, ad esempio, è proprio la mancanza di separazione tra l’ambiente notte e quello in cui si lavora. La stessa Yudina è particolarmente attratta dai progetti che separano visivamente questi due diversi spazi: «La semplice idea di muovere un muro e chiudere la camera da letto quando non ti serve, visivamente mette ordine mentale e porta probabilmente a una maggiore concentrazione», ha dichiarato l’autrice del libro.
Lavorando da casa, nel suo appartamento a Parigi, descrive il suo ambiente di lavoro come «un grande tavolo bianco che si affaccia su una vetrina gigante», che le consente di stabilire una grande connessione con il mondo esterno. E, cosa molto importante, da lì non riesce a vedere il suo letto: «l’altra parte della mia vita è dietro di me, non sono distratta da “me stessa”».
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