“Oggi ho proprio bisogno di togliermi uno sfizio. Vediamo un po’ cosa c’è online…”.
Questa frase, con tutte le varianti del caso, sta diventando sempre più comune in Italia e in tutti i Paesi industrializzati. Può essere per un’impellente necessità di shopping compulsivo, o per l’acquisto di un prodotto che non sapremmo dove trovare offline, o semplicemente un modo per risparmiare tempo/soldi: lo shopping online è sempre più parte delle nostre vite.
E come potrebbe non essere così? In fondo, i servizi postali sono sempre più rapidi e sicuri, i costi sempre più bassi, i siti di eCommerce si sono moltiplicati in modo esponenziale, ed è facilissimo aggiungere una sezione di vendita online anche al proprio sito web, oltre che sui social. Insomma, un paradiso per gli shopping-maniaci. E per i venditori.
Non è così facile in tutto il mondo, però. In molti Paesi meno tecnologicamente avanzati, le cosiddette economie emergenti, andare al negozio più vicino è molto spesso ancora l’unica soluzione possibile. Ma le cose stanno cambiando e stanno cambiando talmente tanto che i servizi di eCommerce potrebbero rivelarsi essere i più grandi driver di crescita per queste economie.
Paese che vai, eCommerce che trovi
Lo shopping online secondo numerose ricerche può rappresentare il
punto di svolta per molti Paesi.
Secondo una ricerca di
McKinsey, l’eCommerce rappresenta per i Paesi emergenti un’opportunità di
accelerare la crescita inclusiva in modo rapido e senza costosi investimenti. E tutto grazie agli
smartphone. Infatti, già nel 2014, meno del 55% degli adulti nelle economie emergenti aveva un account bancario, ma
più dell’80% aveva uno smartphone.
E proprio gli smartphone, con la crescita costante delle
connessioni ad internet pro-capite, rappresentano il modo più rapido per accrescere la propria conoscenza e partecipazione al mercato e alla ricchezza globale: grazie ai sistemi di
pagamento online, al Cloud e ai sistemi di vendita online sempre più avanzati, anche persone che non avevano mai avuto la possibilità di partecipare al commercio elettronico, come reseller o come acquirenti, oggi possono farlo!
Questo rappresenta un cambiamento epocale prima di tutto per la
micro-imprenditoria locale, che ha finalmente la possibilità di accedere a basso costo e con risorse limitate ad un
mercato nazionale e internazionale, potendo così cambiare la propria condizione economica e il proprio business.
Oggi
un giovane imprenditore in Nigeria o in Etiopia, se ha un po’ di intraprendenza, uno smartphone e una connessione ad internet, può iniziare a vendere i suoi prodotti o servizi ben al di fuori della cerchia del suo villaggio, magari
ben oltre il suo Paese, aprendosi a possibilità impensabili fino a pochi anni fa. E sempre più giovani imprenditori, in tutto il mondo, potranno farlo.
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Nuovi mercati per i nostri eCommerce
Dall’altra parte, l’esplosione degli eCommerce anche nei Paesi emergenti pone grandi
sfide, e grandi opportunità, anche a noi come imprenditori locali. Secondo le
stime,
India, Corea del Sud (ma anche del
Nord, magari, visti gli
ultimi sviluppi) e gran parte del
Sudamerica diventeranno presto i maggiori acquirenti dei siti di eCommerce.
Amazon, JD.com, Alibaba, Apple e Walmart sicuramente si contendono le maggiori quote di mercato, ma se c’è qualcosa che il digitale ci ha insegnato è che
c’è davvero posto per tutti. E questo vale ancora di più mano a mano che
il mondo diventa più piccolo, ma anche
più numeroso. E se vendi qualcosa online e non hai mai pensato finora che il resto del mondo potesse essere interessato ad acquistarlo, forse è il momento che ci ripensi un attimo: secondo uno
studio globale di Pitney Bowes, già
il 40% dei consumatori che acquistano online ha comprato qualcosa da un altro Paese.
I beni più venduti internazionalmente online? Sempre secondo le stime sopra, sono
gioielli, scarpe e oggetti di lusso. Che fortuna trovarsi a vivere, produrre e operare nel
Paese più famoso al mondo per almeno due di queste categorie di prodotto, non trovi?
Il momento di internazionalizzare il tuo eCommerce è… ieri
Sì, esatto! Corri! Però aspetta un attimo, che
non è tutto oro quel che luccica. Internazionalizzarsi non è mai facile e anche se nel caso degli eCommerce c’è il grosso
vantaggio di non dover necessariamente spostare produzione, uffici, macchinari e simili in un altro Paese, rimangono comunque
tanti nodi da sciogliere.
A partire dalla grande domanda:
dove? Non esiste una risposta univoca e ogni business dovrebbe fare i propri ragionamenti su
prezzi, costi, concorrenza, utilità e molto altro. Prima di tutto dovresti chiederti perché un ragazzo nigeriano, o una ragazza indiana, dovrebbero acquistare il tuo prodotto. O quello di chiunque altro fuori dal proprio Paese.
Sempre secondo
Pitney Bowes, ci sono tre motivazioni principali che spingono l’acquisto online da un altro Paese: il
prezzo (68%), la disponibilità (46%) e la selezione (38%). Offri
almeno una di queste cose in un Paese che non è il tuo? Allora sei già ad un
ottimo punto di partenza!