Come adottare un approccio data-driven nell’email marketing
Molti marketer non sono ancora abituati a misurare e interpretare i dati che provengono dalle campagne, eppure le email hanno il vantaggio di poter essere tracciate in ogni momento
9 Luglio 2018
Solo il 32% dei marketer dichiara di avere in atto strategie data-first (dati B2B Marketing and Marketscan). Eppure, esiste un vero e proprio funnel dei KPI positivi, che esprimono un gesto, un’azione positiva del destinatario nei confronti del messaggio, come tasso di apertura (open rate), tasso di clic (click through rate e click through open rate), tasso di conversione (conversion rate) e ritorno sull’investimento (ROI), ciascuno accompagnato da definizioni, formule e azioni utili a migliorare i relativi elementi chiave dell’email.
Se il marketing di oggi è sempre più data-driven, questo significa che tutte le operazioni possono essere “guidate dai dati”, dalla fase di generazione della strategia a quella di misurazione.
In questo percorso, a differenza di quanto si possa credere, non esiste discontinuità e così è proprio dalla misurazione della campagna appena lanciata che nasce la nuova strategia, poi a sua volta misurata per calibrare la successiva, e così via, in una catena continua e coerente.
La lacuna significativa nell’adozione di questo approccio da parte di aziende e professionisti del marketing, secondo quanto confermato dalle statistiche, potrebbe essere facilmente colmata con l’uso corretto degli strumenti oggi a portata di tutti.
Analizzare i dati e le metriche significa smettere di prendere decisioni “a braccio”, e imparare a individuare le metriche o i KPI giusti, per poi interpretare i risultati e utilizzarli per migliorare le performance.
Rispetto ad altri canali, l’email in particolare ha il grande vantaggio di essere perfettamente tracciabile in ogni suo aspetto. In ogni momento è possibile sapere con precisione quanti utenti hanno aperto i messaggi, quanti hanno cliccato, quali email hanno portato più conversioni.
Per analizzare questi dati, però, bisogna innanzitutto conoscere quali tipologie di metriche abbiamo a disposizione.
Quali sono le metriche dell’email marketing
Le metriche dell’email marketing si possono suddividere in due categorie:- KPI on-mail – Si riferiscono all’interazione dell’utente con il messaggio stesso. Sono metriche tracciate direttamente dalla piattaforma di Email Marketing, messe a disposizione automaticamente e in modo facilmente leggibile. Rientrano in questa categoria aperture, clic, disiscrizioni, bounce e così via.
- KPI off-mail – Misurano tutto ciò che ha origine nelle email ma che avviene altrove, ad esempio sull’e-commerce, sul sito web o sul blog. Queste metriche analizzano, relativamente al canale email, i volumi di traffico portati, il valore dello scontrino medio, il tasso di conversione e così via. Sono normalmente messe a disposizione da sistemi di analytics esterni alla piattaforma email, come Google Analytics.
- tasso di rimbalzo
- tasso di disiscrizione
L’importanza di misurare le campagne di email marketing
Perché è così importante misurare e tenere in considerazione le diverse metriche, anche le più piccole? Perché dietro i numeri si nasconde in realtà il modo con cui il destinatario interagisce con le nostre campagne. Come racconta Flint McGlaughlin di MECLABS, dietro ogni micro-decisione dell’utente (aprire un messaggio email, leggere il titolo, leggere il sottotitolo, leggere il contenuto, cliccare su un link ecc.), c’è una bilancia in cui, inconsciamente i costi e i vantaggi di ogni “micro-sì” vengono analizzati e pesati in pochi istanti. Ecco, ad esempio, cosa ci comunicano alcune di quelle che abbiamo definito come “metriche positive”:- Aperture > Lo riconosco
- Clic > Mi interessa
- Conversioni > Sono convinto