Blockchain sta cambiando (anche) il futuro di musica e videogame
Sebbene sia ancora lontana dal mainstream, Blockchain è sulla bocca di tutti, ma come cambierà la consumer consumption dei contenuti è ancora tutto da scoprire.
14 Febbraio 2018
Blockchain è sulla bocca di tutti, siamo sinceri, più che come innovazione tecnologica per l’oscuro ruolo che avrebbe legato alle Criptovalute. Ma la tecnologia dietro alla Blockchain si presenta come una rivoluzione nello status quo di un’infinita serie di industry, compresa quella dell’entertainment. LEGGI ANCHE: L’intelligenza Artificiale è nel marketing creativo? Quella dell’intrattenimento è un’industria che ha un serio problema di regole troppo rigide: fino a poco tempo fa era semplicemente impensabile fare musica e pubblicare un album senza un contratto discografico e un’etichetta che ti facesse registrare. La stessa sorte toccava a chi voleva distribuire un film o un qualsiasi prodotto televisivo; senza i mega studios o le potenti emittenti via cavo non saresti andato molto lontano. La manna democratica piovuta dal cielo grazie a internet ha liberato i creativi dalla schiavitù del flirt con aziende come Disney o Interscope, mentre un nuovo strato di intermediari si è fatto strada sotto i riflettori. Sappiamo come e quanto oggi gli utenti si affidino alle piattaforme online per consumare musica o video. YouTube con 1,5 miliardi di utenti, Soundcloud 175 milioni, Spotify 140 milioni e Netflix con i suoi 110 milioni di utenti attivi oggi controllano de facto il mercato globale del consumo di contenuti, e fungono da nuovi distributori, responsabili tanto della raccolta degli abbonamenti e delle entrate pubblicitarie quanto dei pagamenti agli artisti. LEGGI ANCHE: Politicizzare un Brand: istruzioni per l’uso Non a tutti però sono piaciute le nuove regole del gioco (vedi la controversia tra Taylor Swift, Apple Music e Spotify): con questi numeri le piattaforme di streaming possono, come dicevamo, decidere liberamente il trattamento – anche e soprattutto quello economico – da riservare ad un’artista. C’è allora la necessità di trovare nuove opzioni, ed è qui che entra in scena la Blockchain. Offrendo un database digitale pubblico e memorizzando la registrazione continua delle transazioni, Blockchain ha dato alle aziende la possibilità di avere registri di proprietà completamente crittografati ed eseguire contratti intelligenti (smart contract), applicando lo scambio di valore senza la necessità di intermediario. Attualmente siamo nel bel mezzo della tempesta, sommersi dai tentativi di creare società e valute basate sulla Blockchain rilevanti nella industry dei media e dell’entertainment. Quando applicata alla media consumption, questa tecnologia risolve problemi relativi all’accesso, alla distribuzione e alla retribuzione dei contenuti e, ancora più importante, alla gestione dei diritti e dei beni digitali. LEGGI ANCHE: Le tre tipologie di Copywriter (e come stare alla larga dagli errori) Un ulteriore problema che la Blockchain risolve è quello dei micropagamenti: mentre altre piattaforme di crowfounding – come Patreon – sono focalizzate sulla raccolta di fondi a beneficio dei creatori di contenuti da parte dei loro fan, l’ausilio delle criptovalute garantisce una fetta maggiore ai creatori di contenuti grazie all’eliminazione del costo dell’intermediario. Il nuovo volto della Blockchain nell’entertainment è la cantautrice britannica Imogen Heap che insieme a Ujo ha abbracciato questa causa, pubblicando una sua canzone sulla piattaforma Ethereum. Etherum nasce con uno scopo diverso da Bitcoin: consente infatti di creare smart contract peer-to-peer, grazie ai quali Imogen Heap ha avuto controllo assoluto non solo sui pagamenti (suoi e dei collaboratori) ma anche su tutto il resto, come sull’acquisto delle licenze per i download, per gli streaming e i remix della canzone.