Dal Bronx al Congresso, ecco come Alexandria Ocasio-Cortez è diventata deputato (anche grazie ai social)
Giovane, vincente, con le idee molto chiare sul futuro. Chi è il nuovo simbolo della sinistra nel mondo
5 Aprile 2019
Alexandria Ocasio-Cortez ha 29 anni ed è la più giovane parlamentare eletta al Congresso americano, in una tornata che ha visto neoeletta tra le file dei progressisti anche Rashida Tlaib, prima donna di religione islamica a entrare al Congresso.
Alexandria appoggia le idee progressiste di Bernie Sanders, l’avversario di Hillary Clinton alle scorse primarie: è a favore di un sanità pubblica aperta a tutti, dell’universita pubblica gratis, dell’aumento del salario minimo, dell’eliminazione delle prigioni a gestione privata e della regolamentazione della detenzione di armi da fuoco.
Il nuovo simbolo della sinistra mondiale è una ragazza americana di origini portoricane.
Chi è Alexandria Ocasio-Cortez
Impegnata nella lotta all’inquinamento, insieme al senatore Ed Markey ha presentato un risoluzione sul cosiddetto “Green New Deal“, per incentivare lo sviluppo delle industrie green e la creazione di nuovi posti di lavoro legati alle riconversioni delle strutture non eco-sostenibili. Ha anche proposto delle misure economiche per tassare pesantemente le fasce più abbienti: ben il 70% da applicare ai redditi annui superiori ai dieci milioni di dollari, simile a quella imposta negli anni ’50 con il Presidente Eisenhower. Giorgio Burlini, Educational Adviser presso Marketing Strategy e nuovo autore di Ninja, ha tracciato un breve profilo degli scenari che hanno favorito l’ascesa della candidata democratica: «Secondo le statistiche demografiche USA, il 51% dei giovani (18-29 anni) è di tendenze favorevoli ad una visione socialista. Alle scorse elezioni presidenziali sono il gruppo che più ha votato per Sanders rispetto a Trump e Clinton. Per la prima volta questo gruppo di votanti è il più grande rispetto a quello delle altre generazioni».Giovane e popolare: tutti la amano
I video della giovane candidata del Partito Democratico fanno il giro del mondo, senza bisogno di ulteriori boost. Quando la sua immagine si accompagna a un altro dei fenomeni più cliccati in rete, il cucciolo, il risultato è favolosamente virale. Alexandria è amata davvero da tutti (cagnologni compresi) e il video fa il giro delle testate online (anche italiane). Isabella Borrelli, Digital Consultant di Comin & Partners ed editor della sezione LIFE di Ninja, vede in lei il meme del supereroe: «La campagna di Ocasio-Cortez ha potuto contare su somme molto diverse dai suoi avversari, perché ha deciso di non accettare grandi contributi dai lobbisti, ma solo piccole somme individuali dai suoi sostenitori. La sua campagna di comunicazione non è stata però molto accattivante, anche per il grande impatto visivo del suo personale branded design. Si tratta di scelte molto fresche e legate al mondo estetico di riferimento dei poster vintage ulteriormente semplificato, senza gradienti, sfumature. Caratteri bold e diversificati, come diverse sono le sue idee. Ne emerge un forte studio anche della dinamica del post super-eroistico dei fumetti, un ingrediente che torna nella sua strategia di comunicazione. Elemento che ulteriormente colpisce e ne caratterizza il linguaggio è l’utilizzo della punteggiatura ispanica, ovviamente non casuale. Un candidato non tradizionale, con una campagna di comunicazione non convenzionale e un branding non convenzionale che sfugge a tutti i consigli “sensati” della comunicazione politica che spesso richiede ai candidati di assolvere alla funzione primaria di rassicurare l’elettore». LEGGI ANCHE: Milioni di follower con engagement da paura: come funziona la strategia social di Matteo Salvini Viene davvero difficile immaginare che un contenuto del genere possa essere studiato e preparato per ottenere l’effetto voluto: il segreto di Alexandria è la spontaneità, il successo della sua comunicazione è proprio quello di apparire lontana anni luce dall’establishment che la famiglia Clinton aveva rappresentato con un certo ingombro all’interno del Partito Democratico. Ma il dubbio è sempre una buona leva di riflessione.Il cambio di rotta dopo le primarie
«Da quel momento in poi la storia è cambiata: praticamente è diventata parlamentare da subito, anche se l’ufficialità ancora non era arrivata. Il collegio era blu e le possibilità che perdesse le elezioni di medio termine erano davvero minime. In sostanza, dal giorno dopo le primarie era una parlamentare in pectore, tra le altre cose, la più giovane mai eletta nella storia degli USA. A ben guardare, non ha dovuto fare grossi sforzi perché i media si sono interessati a lei quasi subito, considerato che non si erano ben accorti di quello che stava accadendo durante le primarie. A quel punto, non so quanto strutturata, c’è sicuramente stata una gestione dell’immagine più scientifica, il che non significa necessariamente che ci troviamo di fronte a un personaggio “costruito”, semplicemente le scelte da fare sono state pesate in modo diverso rispetto al passato, anche per quanto riguarda la comunicazione. La spontaneità pura ha lasciato il posto a un approccio più scientifico. Pensiamo ad esempio al video molto bello che ha prodotto per la campagna delle primarie: è stato realizzato praticamente a costo zero, con soltanto diecimila dollari di budget a rimborso di professionisti che hanno prestato la propria opera per sostenere la candidata. L’aspetto importante è che, oltre alle donazioni, è riuscita a mobilitare un certo capitale umano, risorse professionali che hanno donato le proprie competenze». «C’era già una struttura, c’erano persone che la aiutavano ma non poteva essere considerato un vero e proprio staff. Dopo le primarie l’hype era invece fortissimo ed è probabile che sia stata seguita da consulenti specializzati. Tanto più vero, visto che ultimamente ha dichiarato di voler aumentare gli stipendi dei collaboratori per essere coerente con l’idea che non ci possa essere una distanza di reddito incolmabile tra le persone. Ora la storia si fa imprevedibile: fino ad ora la forza della sua narrazione è stata convincente proprio perché queste figure possono essere straordinariamente credibili proprio perché non hanno un passato politico, punto di forza che, secondo me, è stato alla base anche del successo politico dei 5 stelle alle passate elezioni politiche. Si tratta di persone a cui non puoi attribuire responsabilità riguardo al passato, nel bene e nel male. L’elettorato preferisce allora puntare su una persona totalmente sconosciuta invece che su un candidato con uno storico negativo. Insieme all’impegno politico, è naturale che cresca anche la visione scientifica di come il lavoro viene svolto, anche per le questioni legislative; banalmente, quando dovrà presentare un’interrogazione parlamentare avrà bisogno di qualcuno che le dia una mano. In conclusione, credo che creare un personaggio del genere in laboratorio sia impossibile. Se fosse mancata una storia personale sarebbe stato impossibile costruirgliela addosso con meri strumenti di comunicazione. Ho molti dubbi, in generale, che questo tipo di personaggi, soprattutto in politica, possano essere costruiti dal nulla: serve un lavoro lungo che deve partire da alcune basi di verità: non si può riposizionare una persona facendo dimenticare all’opinione pubblica dov’era prima. La sua “verginità politica”, avere una storia totalmente credibile e l’effetto Davide contro Golia hanno dato vita al miracolo».La presenza sui social media di Alexandria
Quanto conta una comunicazione efficace sui social media? Lo abbiamo analizzato in un’altra occasione e la risposta è evidente: i feed dei social network sono le nuove piazze ed è in queste che si tengono i comizi, si presentano i dati, si spostano le masse. Se il talk-show in prima serata ha ancora un appeal particolare sugli appassionati e gli elettori, è su internet che propaganda e campagne elettorali raggiungono il maggior numero di teste, puntando su contenuti realizzati da team creativi dopo un’analisi profonda dei dati.Come ha reagito lei? Postando in diretta due passi di danza… proprio dalle sale del Congresso! Un po’ personaggio pubblico, un po’ politico, un po’ influencer: in diverse analisi abbiamo ormai raggiunto la conclusione che la trasversalità del pubblico implichi una moltiplicazione del “personaggio candidato”, che ora deve essere perfettamente istituzionale, ora affettuoso con la famiglia, in altri momenti sportivo. A volte, ballerino o showman. «La grande coerenza di narrazione digitale di AOC deriva appunto dal core value di “cosa farebbe uno di noi se entrasse in Parlamento?”». Dice ancora Isabella Borrelli, «In questo senso i contenuti più direttamente identificabili come campagna elettorale sono mixati a contenuti di racconto di vita quotidiana, stories estemporanee ed entusiaste di chi scopre i “palazzi del potere” e anche contenuti semplicemente di gradimento di opere d’arte e quotidianità. Senza dubbio la giovane parlamentare innova il linguaggio della comunicazione politica con un più forte innesto delle strategie di personal branding utilizzate dagli influencer, più legate al marketing e a una più simile gestione della community. Lo shift interessante di messaggi-chiave dell’impostazione strategica è appunto quello di non ruotare intorno alle parole chiave della campagna come issue programmatiche, ma intorno a lei come “influencer” politica, con i suoi valori che, di conseguenza e non come fonte, si traducono in programma politico». In casa nostra, uno degli esempi più chiari è la partecipazione delle cariche istituzionali dello Stato a trasmissioni popolari di costume, come è accaduto con Renzi in giacca di pelle in una puntata di Amici, la conosciutissima trasmissione di Maria De Filippi nel palinsesto di Canale 5. Matteo Renzi vuole presentarsi ai più giovani e indossa una giacca di pelle sportiva per apparire meno rigido, forse. Piacere ai giovani vuol dire conquistare l’elettorato del futuro. Ma i ragazzi di oggi sono diffidenti e non si bevono tutti gli slogan della pubblicità, anzi: quando qualcosa odora di falso, lo avvertono subito. Per questo stanno cambiando i mercati: non comprano birra e alcolici, non sono troppo interessati al fumo e alle automobili di lusso. In una parola, sono diversi.Now she’s totally done for. Newly unearthed video reveals that when @AOC was in college, she was … adorable. https://t.co/EkqXTrQSAo
— Karen Tumulty (@ktumulty) 3 gennaio 2019
Come è cambiato l’uso dei social prima e dopo le primarie
«Anche la sua attività sui social network e su internet può essere analizzata in pre e post primarie – sottolinea Amenduni –. Fino all’elezione, l’uso che Alexandria faceva di internet era prettamente organizzativo: aveva creato delle app che permettevano alla militanza di entrare in contatto con l’elettorato per raccogliere anagrafiche e segnalazioni e garantire un miglior flusso di lavoro. Avevano, insomma, una funzione abilitante per la militanza fisica dei suoi supporter, per questo ritengo che l’impatto dell’uso dei social network nel periodo precedente alla vittoria sia stato davvero limitato rispetto alla sua reale capacità di mobilitare la gente. La vittoria delle primarie è una vittoria molto politica, figlia dell’esperienza maturata con Sanders e molto fisica, fatta di mobilitazione vera». «Essere a suo agio sui social è certamente un vantaggio competitivo enorme negli USA, in termini di notiziabilità ma anche di freschezza e rapidità del messaggio. C’è ovviamente il rischio che si crei una dinamica differente e l’elettore si trasformi in fan: il consenso basato su aspetti legati al “tifo” rende molto bene e crea consenso rapidamente, ma espone maggiormente a rischi legati all’incoerenza. Certamente Ocasio-Cortez “maneggia” benissimo i social network ma il materiale che tratta è davvero bollente. La perizia nell’uso di Instagram non la mette al sicuro da eventuali polemiche politiche. Anche qui vedo alcune analogie con la parabola dei 5 stelle in Italia: nonostante la preparazione tecnica, il numero di contraddizioni a cui rispondere e bocche di fuoco da presidiare è tale che se ne lasci scoperta una, o un leader commette uno scivolone, viene letto da milioni di persone e il risultato è enormemente amplificato».Le genuinità impossibile dei social network
Davvero è possibile essere spontanei e trasparenti, cioè “veri”, sui social network? In una lunga analisi sulla strategia social di Matteo Salvini abbiamo analizzato gli aspetti della comunicazione del team social del Ministro dell’Interno. Anche se i contenuti appaiono addirittura “veraci” in alcune pubblicazioni, grazie all’aiuto di docenti ed esperti è risultato chiaro che ogni post è il risultato di una precisa analisi a monte, che non può che condizionare il risultato finale. Per esempio, a Matteo piace vincere facile: a chi non piace la Nutella? Il detersivo per la lavastoviglie o i sacchetti per congelare i cibi avrebbero avuto lo stesso impatto?L’appoggio alle idee socialiste di Sanders
Sanders ha da poco dichiarato l’intenzione di voler correre per la poltrona più ambita, attualmente occupata dal Presidente Trump: quella della Casa Bianca.Nel 2016, gli elettori gli preferirono la moglie dell’ex Presidente Clinton come oppositore alla candidatura di Donald Trump, ma oggi sono in molti a chiedersi cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente. Un uomo decisamente più a sinistra della Clinton avrebbe potuto orientare il voto degli elettori in modo diverso.I’m running for president. I am asking you to join me today as part of an unprecedented and historic grassroots campaign that will begin with at least 1 million people from across the country. Say you’re in: https://t.co/KOTx0WZqRf pic.twitter.com/T1TLH0rm26
— Bernie Sanders (@BernieSanders) 19 febbraio 2019
La lotta contro Amazon
Alexandria è pronta a farsi paladino dei più deboli, anche contro Golia. Dopo che Amazon aveva scelto New York per aprire i suoi nuovi uffici e rivoluzionare completamente il volto di alcuni quartieri storici, molti avevano sollevato dubbi sull’opportunità dell’operazione, che non avrebbe realmente tenuto conto delle necessità dei residenti. LEGGI ANCHE: Amazon sceglie New York e il Nord Virginia per la sua nuova sede Alexandria si è fatta sentire schierandosi a favore della comunità locale, sollevando la questione dell’effettivo ritorno economico sui quartieri, che non sembrava particolarmente chiaro.Alexandria come Barack: la strategia del bravo ragazzo
“Yes, we can“. Impossibile non ricordare le parole che hanno accompagnato la campagna vincente di Barack Obama per la Casa Bianca. Anche l’ex Presidente degli Stati Uniti, il primo afro-americano a ricoprire il prestigioso incarico, era così: spontaneo, sorridente, atletico. Parole semplici, con un fortissimo impatto: possiamo, tutti. Semplicemente è possibile cambiare le cose. Obama non è stato “solo” uno degli uomini più potenti della terra: ha vinto un contestato nobel per la pace nonostante non sia stato il più pacifista tra i suoi predecessori, e ha incarnato il sogno di un cambiamento che si credeva possibile. Il candidato giusto, al momento giusto. Niente dinastie, saghe familiari e genealogie importanti: il sogno americano, il film per famiglie con il bambino di provincia che sogna di volare sull’Air Force One si fa vero nelle parole di un giovane Presidente di colore. L’entusiasmo, come prevedibile, non è bastato: il mondo non è migliorato neppure di un pochino ma non era un compito alla sua portata.Il populismo elegante di Alexandria
Come ogni personaggio pubblico sa bene, la popolarità e l’affetto hanno anche un rovescio della medaglia: gli haters. Anche la donna del momento ha i suoi detrattori, tra colleghi e gente comune. Qualcuno la associa a una versione elegante del populismo più estremo nei paesi europei: ho letto in più discussioni come alcuni l’abbiano definita una “versione radical chic di Luigi Di Maio”. Le critiche maggiori, in questo senso, riguardano la sua preparazione: è possibile che si punti sull’immagine vincente della candidata più che sui suoi contenuti e sulle sue reali capacità di amministrare? Nonostante le sue umili origini garantiscano l’emozione tipica della fiction in prima serata, in cui il talento e l’onestà scavalcano le classi sociali e assicurano la vittoria ai giusti, i costi per coprire le proposte contenute nel Green New Deal non si copriranno con i like dei follower.La sua preparazione viene messa in discussione anche da chi la considera una figura a metà tra politico e influencer. Abbiamo già sollevato la questione sugli inutili sforzi di separare nettamente la possibilità di indirizzare le masse e le attività svolte sui social network. L’esposizione mediatica e l’amplificazione del messaggio possono trasformare chiunque in influencer, e il processo è tanto più efficace se gli strumenti sono maneggiati con l’esperienza di chi li usa quotidianamente.Cost of the GOP Tax Scam for the rich:?~$1.8-2.3 Trillion
Cost of forgiving all student loans in America:?~$1.5 Trillion Clearly where there’s a will, there’s a way. When people say that there isn’t “enough” to do these things, what they mean is they don’t *want* to do them. https://t.co/RvcYk8kbEy — Alexandria Ocasio-Cortez (@AOC) 13 marzo 2019
Il problema dietro ai contenuti del programma di Alexandria
Quanto sono concrete le proposte contenute all’interno del piano presentato allo scopo di consentire un passaggio rapido a una nuova economia basata su un mondo più equo e pulito, il Green New Deal? Dipende, perché, accanto a questa esigenza primaria, nel documento si aggiungono altre importanti questioni, come l’introduzione di un reddito universale di base, l’assistenza sanitaria gratuita, la garanzia del posto di lavoro per ogni lavoratore e altre intenzioni molto ambiziose. Parliamoci chiaro: alla domanda “volete salvare il pianeta?” o “siete d’accordo a garantire un impiego dignitoso per ogni lavoratore?” nessuno risponderebbe di no. Ma la promessa, da sola, non basta: un parallelismo con la situazione politica in Italia ci invita a ricordare le dichiarazioni con cui fu annunciata l’abolizione della povertà (qui torna il paragone con il nostro vice-premier).Gli economisti contro Alexandia Ocasio Cortez
Il decano della Columbia University School of Business, Glenn Hubbard, ha dichiarato che il Green New Deal di Alexandria Ocasio-Cortez non ha senso fiscale ed è morto in partenza: “Gli Stati Uniti non lo faranno… Semplicemente non è fattibile”. Recentemente, la deputata newyorkese ha dichiarato che la Modern Monetary Theory dovrebbe essere presa più seriamente. Molto semplicemente, la MMT postula che un paese che controlla la propria valuta può continuare a pagare il proprio debito fintanto che è denominato in quella valuta. Quindi, poiché gli Stati Uniti stampano dollari e emettono debiti in dollari, possono pagare i propri debiti e non hanno bisogno di fare affidamento sulle tasse per finanziare l’emissione di debito.- Il 36% degli economisti non è d’accordo, e il 52% è fortemente in disaccordo con la dichiarazione: “I paesi che prendono in prestito nella propria valuta non dovrebbero preoccuparsi dei deficit del governo perché possono sempre creare denaro per finanziare il proprio debito“. (Il due per cento non ha un’opinione.)
- Il 26% degli economisti è in disaccordo e il 57% degli economisti è in forte disaccordo con la dichiarazione “I paesi che prendono in prestito nella propria valuta possono finanziare la spesa pubblica reale come vogliono creando denaro“. (Il sette per cento non ha un’opinione).