• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Come design e moda stanno utilizzando l’Intelligenza Artificiale

    6 Novembre 2023

    L’AI è tra noi e la utilizziamo quotidianamente. Dai nuovi strumenti di automazione delle campagne Google Ads alla funzionalità “ti potrebbe piacere anche”, passando dalle più comuni app di shopping online che analizzando i comportamenti d’acquisto dell’utente e il prodotto consultato cercano di completare il tuo stile con consigli. Ancora. Pensiamo al completamento automatico di espressioni e parole in Gmail.

    Ma per tutti i settori funziona allo stesso modo?

    Una cosa è chiara. L’intelligenza umana non potrà mai essere sostituita totalmente da quella artificiale, per indicare la rotta ed interpretare i risultati di una campagna, ad esempio, il team marketing è, e rimane, assolutamente fondamentale.

    Sicuramente ChatGPT e simili possono fornire contenuti accattivanti ed unici, ma sarà sempre una persona a selezionare e a valutarne la pertinenza.

    L’Intelligenza Artificiale intesa come automazione o contatto con il pubblico è la vera rivoluzione degli ultimi anni, tanto che anche i settori del design e del fashion non ne sono rimasti immuni.

    L’intelligenza artificiale creativa: Advertising e Retail

    “Lasciamo fare il lavoro sporco all’AI e noi concentriamoci sulla strategia” questo potrebbe essere il riassunto del futuro del marketing e della comunicazione verso il cliente.

    Un primo esempio in cui è possibile integrare l’Intelligenza Artificiale con la propria strategia è rappresentato dalla capacità di creare esperienze interattive tra il cliente e il brand o il prodotto, come nel caso delle automobili che rispondono a comandi vocali o degli assistenti vocali domestici.

    Un altro caso è la creazione contemporanea e con il minimo sforzo di campagne diverse con creatività adattate non solo al canale, ma anche al segmento di pubblico. In questo modo, il marchio può diventare “top of mind” anche presso target diversificati che apprezzano il brand per motivi differenti, che vanno dall’emozione all’identificazione.

    Il settore del retail, che già dalla pandemia ha dovuto affrontare un cambiamento veloce e radicale con l’implementazione degli eCommerce e delle vendite a distanza, è anche quello che, di recente, ha accolto in maniera più dirompente l’Intelligenza Artificiale. Uno strumento in grado di diventare il vero punto di collegamento tra processo e decisione d’acquisto, che traghetti il target verso l’acquisto in maniera naturale con un’esperienza unica. La percentuale di acquisti è aumentata dell’85% grazie alle nuove campagne basate sull’AI.

    LEGGI ANCHEPerché i professionisti del marketing devono essere audaci, creativi e curiosi nei confronti dell’IA

    Le strategie, quindi, si sono fatte multi canale e multi settoriali, non solo è possibile creare campagne adattive ad ogni piattaforma, ma è possibile, anche, sperimentare nuovi settori attraverso i quali colpire il target, anche se non affini ai nostri.
    Usare l’Intelligenza Artificiale in modo proficuo vuol dire che il costo di creazione e diffusione di una campagna è talmente basso che può essere replicata più volte, adattata a più canali e ad un pubblico diverso, e gli errori sono facilmente e prontamente correggibili.

    L’AI è adattiva e per questo è in grado di modificare il suo algoritmo per renderlo il più efficace possibile.
    Iniziare quindi da un gruppo test equivale a mettere le basi per una campagna più ampia che possa anche essere facilmente esportabile.

    Ad oggi il nuovo consumatore non è più spinto da un’esigenza precisa o legata ad una stagione precisa dell’anno, ma si è trasformato in un soggetto previdente che se individua il regalo giusto è pronto a metterlo tra i preferiti e comprarlo anche molto prima dell’occasione per il quale lo sta cercando.

    Quindi, l’obiettivo diventa offrire loro un’esperienza così straordinaria che li spinga ad acquistare immediatamente, evitando di perdere l’opportunità.

    Intelligenza Artificiale e Fashion, funzionerà?

    Fino ad oggi, il settore del lusso e della moda ha principalmente sfruttato le tecnologie come NFT e Metaverso per migliorare la comunicazione, il marketing e l’immersione del pubblico in eventi organizzati. Tuttavia, con l’avvento di ChatGPT e dell’Intelligenza Artificiale, la situazione è cambiata completamente.

    Le statistiche evidenziano che più del 65% dei dirigenti in ambito luxury-fashion investirà nei prossimi anni nelle intelligenze artificiali generative.

    L’immagine Fake di papa Francesco che passeggia per Roma con un Moncler è stato l’esempio di come il binomio AI e moda si sta consolidando soprattutto nel campo rendering e studio di nuovi modelli.

    LEGGI ANCHEMidjourney banna le immagini fake: il caso Justin Brown

    L’idea è quella non solo di creare collezioni attraverso l’Intelligenza Artificiale, ma la possibilità che questa, grazie alla sua banca dati, possa dare spunti (prima impossibili da raggiungere) agli stilisti da ogni trend e parte del mondo.

    I contro?

    • Ciò che l’AI dà l’AI usa, le informazioni e le combinazioni che l’intelligenza artificiale produce sono frutto di dati suoi o di altre info che contiene. Per il segmento luxury questo potrebbe essere un problema. L’idea di avere una combinazione di informazioni proprietarie che continui a mantenere il brand unico è e sarà sempre necessario. Il tema della proprietà intellettuale è infatti sul tavolo.
    • L’inquinamento, produrre continuamente mole di dati digitali conduce ad un impatto ambientale sempre più rilevante, non dimentichiamoci la polemica legata al mining delle crypto valute.
    • Sempre più Fast Fashion, se per lanciare una nuova collezione ci vorrà sempre meno tempo tra l’ideazione, il test e la produzione, cosa mi impedisce di continuare a lanciare capi sempre più alla moda sul mercato anche se sono un brand del lusso?

    Siamo di fronte, quindi, all’inizio di una rivoluzione, o meglio all’espansione di una tecnologia che già tutti abbiamo iniziato ad utilizzare. Oggi l’uso dell’AI generativa per creare contenuti si sta insinuando sempre di più nei settori creativi e produttivi.

    Quindi se il fashion cambia dalla testa, anche la logistica e i punti vendita non possono rimanere immuni ai big data.

    Si stima che i big data analytics nel mercato retail crescerà di circa 13 miliardi entro il 2027, i negozi fisici potranno avere a disposizioni dati sulle abitudini dei clienti, comportamenti d’acquisto, valori, per anticiparne il bisogno e rendere anche l’esperienza fisica la migliore possibile, immersiva.

    Dal customer engagement si passa alla customer intimacy per individuare sempre più punti di contatto nel processo di acquisto fisico e digitale. Il cliente si inserisce in un loop, dove comprare in negozio oppure online saranno step dello stesso processo in continuità. Questo nuovo trend si chiama shopping promiscuity.

    Ecco cosa dobbiamo aspettarci dal futuro:

    • Dati, Dati, Dati. Raccogliere e analizzare i dati sarà fondamentale, dalla logistica alla cura del cliente;
    • Camerini virtuali in app, la possibilità anche a distanza di provare i capi d’abbigliamento;
    • Comunicazioni promozionali e di vendita studiate con influencer in grado di mostrare il prodotto dal vivo intanto che lo provi in digitale;
    • Smart tag, dei codici a barre in grado di fornire al cliente prima dell’acquisto informazioni sul prodotto e nel post vendita tracciare l’interazione con il prodotto stesso;
    • Circolarità e controllo di tutta la logistica e filiera, compreso lo smaltimento rifiuti;
    • Introduzione di strumenti di pagamento classici del metodo eCommerce nel negozio fisico.

    Metaverse Fashion Week e le case history Benetton, AI oriented

    Come abbiamo già detto, l’Intelligenza Artificiale nel mondo del fashion non è nuova. Lo ha dimostrato anche la Metaverse Fashion Week dello scorso marzo 2023.

    Con più di 60 partecipanti tra le fila di brand e stilisti e 100 mila utenti7 milioni di impression, la copertura di 460 media e la presentazione di circa 165mila wearable (abiti digitali per il Metaverso), è diventata una pietra miliare del Digital Fashion degli ultimi anni.

    Quattro giorni totalmente immersivi per gli utenti, basati sulla tecnologia Decentraland, con sfilate, party e workshop.

    L’utente, una volta iscritto alla piattaforma e pagato “il biglietto d’entrata” in crypto valuta, potrà creare il proprio avatar, provare vestiti e comprare i suoi preferiti, oltre che partecipare a sfilate ed eventi, interagendo con gli altri partecipanti attraverso uno strumento di chat virtuale.

    Nell’edizione 2023, sono tre i brand del lusso che più di tutti si sono distinti: Dolce & Gabbana, non nuovo agli NFT, ha creato una collezione completamente digitale per gli avatar della Metaverse Fashion Week; Tommy con il lancio di un negozio completamente digitale ed abiti in NFT indossabili dalla propria nemesi digitale; Gucci con l’annuncio della collaborazione con Yuga Labs per il lancio di una nuova collezione.

    Poi c’è Benetton che per l’industria del fast fashion italiana sta tracciando la storia, come primi ad adottare la tecnologia Google Recommendation AI per il loro eCommerce su tutti gli accessi europei. L’idea è quella di offrire un’esperienza unica di acquisto, basata su suggerimenti personalizzati a seconda degli interessi del cliente.
    L’obiettivo di aumentare il tasso di conversione, quindi, verrà perseguito con un’analisi dei dati puntuale che porti il cliente ad abbandonare il meno possibile il mondo Benetton.

    I dati giocano a favore della strategia, con un carrello medio più alto del 7%.

    L’utente è guidato nel processo di acquisto attraverso suggerimenti sui capi più alla moda, consigli di vendita dedicati e l’individuazione di spunti e suggerimenti per completare il look, addentrandosi sempre più tra le referenze del brand.

    L’arma è decisamente a doppio taglio: se il cliente è soddisfatto e sta al gioco, tornerà sicuramente, se si sente soffocato e privato della libertà di scelta non vorrà più rientrare nel labirinto.