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  • La campagna shock The Shotline: le vittime di armi da fuoco tornano in vita con l’AI

    L’intelligenza artificiale ha ricreato le voci delle persone uccise nelle sparatorie

    1 Marzo 2024

    Una nuova campagna pronta a dar voce alle giovani vittime delle armi da fuoco negli Usa. Dar voce sì, perché a parlare attraverso diversi messaggi vocali sono bambini ed adolescenti non sopravvissuti ad alcune delle molteplici sparatorie nel territorio americano, grazie al supporto dell’AI.

    Un’idea nata dall’agenzia creativa MullenLowe per il progetto portato avanti dai gruppi attivisti March For Our Lives e Change The Ref al fine di sollecitare i legislatori ad agire seriamente sul controllo delle armi.

    La campagna che si sviluppa attraverso la piattaforma The Shotline ha fatto uso della tecnologia AI per riprodurre le reali voci delle vittime, che raccontano le loro vite fino al giorno in cui sono stati uccisi.

    Frasi e voci che si spezzano, invocando giustizia per il controllo preventivo dell’uso delle armi. Il progetto The Shotline è stato lanciato proprio nel giorno stesso della parata del Super Bowl a Kansas City, in cui una sparatoria di massa ha raggiunto e ferito una ventina di persone, di cui la maggior parte bambini.

    numeri The Shotline
    Fonte: The ShotLine.org

    I numeri di una situazione fuori controllo

    Un problema, quello dell’uso improprio delle armi, che non può più essere considerato occasionale e relegato solo nella sporadicità degli accadimenti straordinari.

    Secondo il U.S. Department of Education and Secret Service ogni giorno in America 12 tra bambini ed adolescenti muoiono a causa delle armi e 32 ne subiscono gravi lesioni; l’età si attesta al di so sotto dei 19 anni. Nel 2022, 43mila bambini sono stati esposti ai colpi delle armi mentre erano a scuola: di questi, 34 tra studenti ed adulti sono rimasti uccisi.

    Numeri sulle armi da fuoco negli USA - campagna the shotline

    Si stima, inoltre, che 4,6 milioni di bambini americani vivano in contesti domestici in cui è presente almeno una pistola, tenuta carica e senza sicura.

    Dal 2012 i protagonisti delle sparatorie avevano tra i 15 e i 25 anni, con situazioni familiari complicate, precedenti di abusi e problemi psicologici. Numeri che già da tempo sono sintomo di allarme e riflettono una condizione sociale che destabilizza la normale civiltà di un Paese.

    La Campagna The Shotline

    Lo scopo della campagna The Shotline è dunque quello di accentuare l’attenzione dei parlamentari su un dramma che coinvolge sempre più i giovani, sensibilizzando ad una nuova cultura di regole a protezione non solo delle singole vite ma anche della salute mentale.

    Fino ad oggi sono state inviate più di 54mila chiamate vocali che presentano appunto le richieste delle vittime. Uno dei sei messaggi del progetto recita le parole del diciassettenne Joaquin Oliver: “Sei anni fa a Parkland molti studenti e insegnanti furono assassinati il ​​giorno di San Valentino di quell’anno da una persona che utilizzava un fucile d’assalto AR-15. Sono passati sei anni e non hai fatto nulla. Non c’è nulla che possa fermare tutte le sparatorie che hanno continuato a verificarsi da allora. Il mio corpo è stato distrutto da un’arma da guerra. Sono tornato oggi perché i miei genitori hanno usato l’intelligenza artificiale per ricreare la mia voce per chiamarti.”

    Fonte: The Shotline.org

    In un altro messaggio, a raccontarsi è il piccolo Uzi Garcia di 10 anni, morto nel maggio 2022: “Adoro i videogiochi, raccontare barzellette, far ridere i miei amici e saltare sul trampolino con la mia famiglia. Frequento la quarta elementare alla Robb Elementary School di Uvalde, Texas. O almeno lo ero quando un uomo con un AR-15 entrò nella mia scuola e uccise 18 miei compagni di classe, due insegnanti e me. Questo è successo quasi due anni fa. Niente è cambiato. Sono avvenute ancora più sparatorie”.

    Dal lancio della campagna, molti altri genitori si sono impegnati per far riprodurre artificialmente le voci dei propri figli uccisi dalle armi.

    The Shotline e la controversia sull’uso dell’AI: scelta etica o immorale?

    Il progetto si fa spazio proprio grazie ai progressi della tecnologia che ha permesso di ricreare artificialmente le voci per imprimere credibilità e maggiore sensibilità nelle persone. Di certo, questa è a tutti gli effetti una questione controversa, in virtù delle manipolazioni audio e video dei nuovi truffatori digital.

    La Federal Communications Commission, permetteva fino ad poco tempo fa chiamate politiche preregistrate su telefoni fissi, fino a quando lo scandalo delle chiamate fake non ha coinvolto il presidente Biden e gli elettori del New Hampshire. L’uso improprio e scorretto delle nuove tecnologie ha portato la FCC a dichiarare le voci robotiche generate dall’AI come violatrici della legge sulle telecomunicazioni.

    Per questo, The Shotline garantisce che i messaggi provenienti dalla sua piattaforma sono indirizzati a numeri fissi, non sono programmati automaticamente e forniscono un numero di richiamata.

    Le frasi sono modulate su modelli di voce, inflessione e tonalità, ricostruite sulla base di uno script di sintesi vocale e riprodotte da ElevenLabs, piattaforma di intelligenza artificiale. Un processo attento a molteplici sfumature e sottoposto a continui aggiustamenti per far sì che le voci siano il più realistiche possibili.

    Di fake qui, nelle intenzioni della campagna, c’è davvero poco.

    In questo caso l’AI, da poco nata ma già sofferente di molte critiche in ambito morale, è un esempio di uso etico, intelligente ed utile che si avvicina molto a quella sensibilità tipica dell’uomo. Un supporto che si fa sentire e che tende la mano a chi ne ha bisogno.

    Ed è qui che la tecnologia, se usata in modo trasparente non può che accogliere il consenso positivo di tutti. Il disagio che potrebbe sollevarsi nel riprodurre le voci di chi non c’è più è fine a se stesso e non è di certo superiore a quello provato dalle famiglie delle vittime.

    Le giovani voci chiedono giustizia e invocano la volontà di essere ascoltate da uno Stato che non li ha fatti sentire protetti con leggi più che giuste, umane.