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  • Bombardati di spam su Meta: cosa sta succedendo e perché è pericoloso

    9 Ottobre 2023

    Nessuno scrive dello spam, se non per metterci giustamente in guardia. Lo spam rientra nella tipologia di cose da “segnalare” e non da “analizzare”.

    Eppure, essendo una truffa bella e buona, ogni messaggio di spam può essere di un qualche interesse, specialmente se confezionato così bene da arrivare al suo obiettivo.

    Siamo bombardati di chiamate di finti call center “Amazon” che vorrebbero venderci non meglio identificati servizi.

    Purtroppo le vittime di queste truffe sono spesso gli anziani, tanto che molte associazioni compiono una vera e propria battaglia meritoria contro questa piaga, tra cui l’associazione anziani e pensionati di Confartigianato (ANAP) assieme alle forze dell’ordine.

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    Meta è uno dei canali privilegiati in cui corrono queste truffe: su WhatsApp può capitare che arrivino messaggi ai genitori in cui il figlio segnala la perdita dello smartphone e chiede a papà o mamma di cliccare “sul nuovo numero”.

    Vi sono state segnalazione anche di messaggi personalizzati con il nome stesso del figlio/a indirizzati ai genitori, che dimostrano un livello evolutivo della truffa davvero notevole, oltre che violazioni della privacy molto inquietanti.

    Le pagine Meta, come ha scritto in uno dei suoi soliti interessanti articoli tecnici l’ottima Veronica Gentili sono bombardate da questi messaggi che lei descrive benissimo, assieme alle modalità di prevenzione e difesa.

    La riflessione tuttavia che vogliamo fare oggi è un’altra: perché questi messaggi sono così credibili?

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    La “violazione delle regole della community”: un incubo credibile

    Numerosi amministratori di pagine Facebook, in queste settimane, stanno cliccando su link fraudolenti o stanno chiamando allarmati la propria agenzia di comunicazione o il proprio consulente Meta per capire cosa stia accadendo.

    Uno dei leitmotiv di questi messaggi, che arrivano per lo più su Messenger, è che la pagina verrà bloccata per un qualche genere di violazione delle regole.

    Il punto è che questi messaggi, che non sarebbero credibili sulla gran parte delle piattaforme, su Meta diventano improvvisamente verosimili all’occhio dell’utente non professionista e lo diventano proprio in virtù della storia stessa di Meta, dove ciascun utilizzatore – prima o poi – probabilmente si è ritrovato, suo malgrado, ad affrontare un simile problema.

    I truffatori che elaborano questi testi, spesso in un linguaggio raffazzonato, vanno quindi a far leva su un timore diffuso e reale: quello della pagina Facebook bloccata, a cui non si può più accedere, se non dopo annose procedure.

    Un timore alimentato da anni e anni in cui, in effetti, le pagine o i profili privati sono stati chiusi o censurati con leggerezza o, nel migliore dei casi, con criteri spesso difficilmente comprensibili dall’utente comune che, tuttora, fatica a digerire i temutissimi “standard della community”.

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    Spam su Meta: non cadere nella trappola

    Messaggi come “Your Page has been restricted for not following the Community Standards“, spesso vengono purtroppo presi sul serio.

    Come l’invito a confermare la propria identità, una procedura che Meta richiede sempre più spesso proprio per tentare di arginare i malintenzionati.

    La soluzione a questo problema, oltre la prevenzione, potrebbe essere quella di rivedere le regole della community, in senso più aperto alla libertà di parola e di pubblicazione, come sta tentando di fare il nuovo corso della “X” di Elon Musk.

    Per evitare che in futuro messaggi truffaldini siano credibili agli occhi degli utenti la strada più interessante potrebbe essere proprio quella di un minor rigore verso gli utenti: la sicurezza è una cosa, la libertà di opinione è un’altra.

    Confonderle ha portato a ritenere credibili dei messaggi di spam.

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