Queste calciatrici hanno vinto i mondiali (anche di ascolti) e ora vogliono cambiare il mondo
Alexandria Ocasio-Cortez ha twittato domenica: "A questo punto non dovremmo nemmeno chiedere #EqualPay, dovremmo chiedere di pagarle almeno il doppio"
8 Luglio 2019
Si sono conclusi i mondiali di calcio femminili con la vittoria emozionante della squadra U.S.A, e a chi credeva si trattasse solo di un girl play, i dati di ascolto danno torno: in Italia i dati share si attestano al 31,43% con 4,7 milioni di spettatori e in Inghilterra questa finale di mondiali si conferma il programma più visto dell’anno per la BBC con 11,7 milioni di spettatori (ma meno della metà rispetto a un match dei colleghi uomini).
Così i dati ci dimostrano che, al di là di quei giornalisti e spettatori che si sono distinti per misoginia e attacchi di stampo sessista alle giocatrici, al pubblico piace e si emoziona nel seguire con continuità le nazionali femminili. Un elemento molto importante che ci fa sperare di vedere sempre più sport femminile con la stessa dignità riservata a quello maschile.
Infatti, come sappiamo bene, la differenza tra richiesta e domanda la fa sempre il consumatore, e se il pagante fa guadagnare bene sul calcio femminile siamo piuttosto fiduciosi che i prossimi mondiali femminili riceveranno maggiore sostegno.
Purtroppo, non è ovviamente solo una questione di domanda, ma a monte riscontriamo un grave problema di accesso e investimenti, se non addirittura di promozione e posizionamento del brand.
Quel problema che ha portato Ada Hegerberg, calciatrice dell’Olympique Lione e vincitrice del Pallone d’oro nel 2018, a rifiutare di giocare nella nazionale norvegese finché non sarebbe cessata la forte discriminazione che esiste nel paese tra il calcio maschile e il calcio femminile. In Italia ne dà annuncio anche la testata femminile “Io Donna” con il titolo “Il Pallone d’Oro Ada Hegerberg dice sì al matrimonio – e no ai Mondiali”.
We finish our job
Le campionesse del mondo, la nazionale americana capitanata dalle amazzoni Megan Rapinoe, Carli Lloyd e Alex Morgan ha vinto sulla Norvegia diventando un’emblema di un momento storico importante, reso ancora più rilevante dal posizionamento politico e dall’attivismo del team che storicamente si batte per la parità di genere e in particolare sull’abbattimento del gender gap salariale. Per chi avesse dei dubbi sulla sua effettiva esistenza, basta citare che il montepremi per i mondiali di calcio femminile è di 30 milioni mentre per quello maschile di 400 milioni. Un valore attestato a poco più di un decimo di un tacchetto maschile.E Megan il suo lavoro l’ha davvero portato a termine e con la vittoria delle campionesse americane, politici e istituzioni (tra cui anche Obama, da cui ci saremmo aspettati qualcosa in più) si sono precipitati a twittare il proprio sostegno alla nazionale adattando con serafica velocità il motto “Americans first”. Il Presidente USA ha twittato le sue congratulazioni senza menzionare alcun invito alla Casa Bianca né altro genere di onorificenze. “Congratulations to the U.S. Women’s Soccer Team on winning the World Cup! Great and exciting play. America is proud of you all!”….in our Country’s history, and the poverty index is also best number EVER), leagues and teams love coming to the White House. I am a big fan of the American Team, and Women’s Soccer, but Megan should WIN first before she TALKS! Finish the job! We haven’t yet….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 26 giugno 2019
Combatti come una donna, sii pagata come tutti quanti
Prima di vincere i mondiali, la nazionale americana ha presentato una class action contro la US Soccer Federation sostenendo di fare lo stesso lavoro delle controparti maschili con salari molto più bassi e lavorando in condizioni peggiori. Per capire l’ordine di disparità salariare basti pensare che la star del calcio Alex Morgan guadagna 2 milioni di dollari, un’inezia rispetto alla sua controparte CR7 e un’enormità rispetto a tutte le altre colleghe. LEGGI ANCHE: Tutti i brand su cui Cristiano Ronaldo mette la faccia (per 40 milioni)LEGGI ANCHE: Dal Bronx al Congresso, ecco come Alexandria Ocasio-Cortez è diventata deputato (anche grazie ai social)At this point we shouldn’t even be asking for #EqualPay for the #USWMNT – we should demand they be paid at least twice as much 😉 https://t.co/VXITg24UB3
— Alexandria Ocasio-Cortez (@AOC) 7 luglio 2019