Realtà Aumentata e Realtà Virtuale: quali sono le differenze?
12 Ottobre 2022
Quante volte ti sei trovato a usare in modo improprio i concetti di realtà aumentata e realtà virtuale? Certo, in un momento come questo dove la tecnologia è proiettata verso nuove dimensioni e si rinnova con sempre maggiori potenzialità, è facile cadere in confusione e scambiare una realtà con l’altra!
Che differenza c’è tra realtà aumentata e realtà virtuale?
La prima differenza sostanziale tra la realtà aumentata e la realtà virtuale consiste nel mezzo utilizzato per immergersi in esperienze digitali. La AR sovrappone un’immagine 3D nell’ambiente fisico catturato da una fotocamera. La VR genera invece un ambiente alternativo e completamente immersivo, in cui è possibile interagire e muoversi all’interno grazie al visore e ai controller. In questo articolo capirai meglio la differenza tra le due tecnologie, le sue applicazioni più rilevanti e quale sia la più idonea per te e per il tuo business.Realtà aumentata: cos’è e a cosa serve
Iniziamo dalle basi e cerchiamo di capire la differenza tra realtà aumentata e virtuale. La realtà aumentata è l’integrazione tra contenuti digitali e il mondo reale dove l’utente visualizza, come esperienza finale, un ambiente integrato. L’AR, in sostanza, è la proiezione di informazioni ottenute sovrapponendo contenuti digitali allo spazio fisico che ci circonda, aumentando e arricchendo la percezione dell’ambiente naturale visualizzato. Le informazioni che “aumentano” la percezione sono tutti quegli elementi visivi, uditivi e tattili che vengono aggiunti donando tridimensionalità e interattività al mondo reale. Come ogni innovazione tecnologica, anche quella della realtà aumentata nasce da ambiti scientifici, primo tra tutti quello militare. Un esempio, infatti, ci è dato dai simulatori di volo che consentono ai piloti di aerei di acquisire ulteriori dettagli in tempo reale sull’ambiente circostante, come velocità, inclinazione e distanza dall’obiettivo. Negli anni l’AR è stata ampiamente integrata alle nostre vite, prendendo piede nel mondo dell’intrattenimento: è facile ricordare il successo mondiale di Pokemon Go. Un gioco basato sui dati di Google Maps e sulle informazioni rilasciate dagli utenti, in cui la caccia ai piccoli mostri avviene attraverso lo smartphone e la geolocalizzazione. Oggi non sono richieste particolari attrezzature per creare la realtà aumentata, se non occhiali speciali o la fotocamera dei telefonini integrata alla tecnologia GPS, 3G e 4G. Anche il marketing ha tratto vantaggio da questa tecnologia, creando esperienze di marca e aumentando gli acquisti online o in store. Il concetto è quello di provare virtualmente dei prodotti fisici: l’esperienza è divertente per l’utente e crea engagement per il brand. Solo per citarne qualcuno: L’Orèal ha un suo simulatore per testare i diversi makeup, IKEA ha ideato un’app per l’arredamento virtuale, Gucci per provare le scarpe, Timberland con i suoi virtual fitting room, Snapchat e TikTok con i loro infiniti filtri. Gli oggetti virtuali si fondono con l’ambiente reale, prendono vita per rendere tridimensionale la nostra esperienza digitale. Ma non solo, la realtà aumentata diventa in alcuni casi narrazione multimediale, come nel caso dei musei. Attraverso occhiali speciali e un’app da scaricare durante la visita, è possibile acquisire informazioni e contenuti sotto forma di immagini, video e audio relativi all’opera inquadrata. I musei si sono rivelati i migliori siti in cui arte e tecnologia hanno trovato il match perfetto e in cui la gamification rende l’esperienza ancora più divertente e immersiva. Abbiamo parlato di realtà aumentata applicabile agli smartphone e ai tablet in cui fotocamera GPS, bussola e accelerometro elaborano i dati forniti dallo spazio circostante. Esiste un altro tipo di AR più elaborato ed è quello in cui entrano in gioco particolari software in grado di riconoscere immagini in bianco e nero e rimodularle per la realizzazione di contenuti multimediali. Un esempio, di nuovo, legato al marketing è quello di Pepsi Max in cui la pensilina dei bus dotata di software e schermo permetteva l’inserimento di animali “invasori” nell’ambiente reale.Realtà virtuale: cos’è e a cosa serve
La realtà virtuale, a differenza della realtà aumentata, esclude il mondo fisico e genera ambienti totalmente virtuali, creando esperienze visive percepite come reali. Raccontare la VR è più difficile di quanto lo sia realmente: basterebbe indossare un visore per accorgersi subito della diversa esperienza rispetto a quella della AR. Gli ambienti virtuali sono totalmente ricostruiti attraverso avanzati software grafici che ci proiettano in uno spazio 3D a grandezza naturale in cui l’illusione della realtà è data dalla distanza e dalla profondità di immagini in 2D. Grazie alle particolari lenti del visore e ai controller dotati di sensori, ci troveremo immersi in una realtà totalmente avvolgente dove le nostre interazioni sono percepite come vive e reali.La struttura della VR
Ti sei mai chiestə quale sia l’effettiva struttura della VR? Questa è composta da visori con specifiche caratteristiche, come un campo visivo da 100 a 110 gradi e un frame rate compreso tra 60 e 120fps (frame per secondo), per dare fluidità alle immagini ed evitare una visione a scatti. In più, componenti come accelerometro, magnetometro e giroscopio permettono il sincronismo tra i movimenti della testa e lo spostamento delle immagini. Anche l’udito ha un ruolo fondamentale nell’esperienza virtuale: la multidimensionalità, proprio come nella realtà, offre quel senso di direzionalità e profondità del suono. La VR utilizza infatti l’audio spaziale che simula, attraverso ritardi auditivi, la naturale tridimensionalità delle nostre orecchie. In pratica, si tratta dello stesso meccanismo che inganna il nostro cervello nella percezione di immagini e video tridimensionali.Quanti tipi di Realtà Virtuale conosciamo?
Esistono tre tipi di Vr: – Non immersiva è quella in cui l’ambiente virtuale è creato dal computer ma l’interazione dell’utente avviene rimanendo nell’ambiente fisico in cui ha controllo e consapevolezza. Un esempio sono i videogiochi. – Semi-immersiva è quella in cui l’ambiente è parzialmente virtuale. La percezione è quella di una realtà diversa ma l’utente è in contatto con l’ambiente fisico. Questa tecnologia è usata con una grafica più dettagliata e grandi proiettori. Un esempio sono le simulazioni di volo dei piloti. – Immersiva è quella in cui ci si immerge completamente in un ambiente nuovo, che rimane l’unico riferimento attraverso cui ci spostiamo e interagiamo. Quello di Diesel è un esempio di VR immersiva. Se hai provato a cercare qualche video di realtà simulata, avrai sicuramente osservato con curiosità qualche giocatore perdere equilibrio, spaventarsi o addirittura cadere. L’esperienza è talmente immersiva da ingannare il nostro cervello e non poche persone durante particolari sessioni di gioco hanno provato reali sensazioni di disagio, mal di stomaco e vertigini.La realtà virtuale è una tecnologia dalle potenti evoluzioni, che promette esperienze uniche non solo nell’ambito dell’intrattenimento ma anche in quello scientifico, formativo e lavorativo. Ad esempio, durante il lockdown, abbiamo scoperto una valida alternativa alle riunioni in presenza: l’ambiente VR Spatial ha consentito la simulazione degli spazi lavorativi e la condivisione del materiale digitale con un’esperienza più coinvolgente rispetto a una videocall. Hai mai pensato a quanti posti potresti visitare stando tranquillamente a casa? Il turismo diventa facilmente accessibile grazie a software di realtà virtuale come VR Expeditions 2.0 che, soprattutto per le scuole, offre moltissime gite culturali attorno al mondo. Anche la VR, come la AR, è utilizzata dal marketing al fine di migliorare la Brand Experience. L’utente diventa protagonista della narrazione e interagisce attivamente con il brand attraverso il gioco. Una strategia efficace e innovativa che permette alle aziende di aumentare la propria awareness grazie alla creazione di nuove relazioni con l’utente e alla condivisione dei propri valori. Ecco un esempio di Coca-Cola, in cui si prende il posto di Babbo Natale alla guida della sua slitta. Il brand di scarpe sportive Merrel fa provare l’ebrezza di un trail estremo lungo le pareti di una montagna.@kalebroskelley Added to VR fails✔️😵 #vrfail #failvideo #viral #fyp #fypシ #fypage #utahcheck #vrfunnymoments #CustomersMostLoved #AEHolidayForever #DoTheJuJu
♬ original sound – Kaleb Roskelley