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  • Nomadismo digitale e lavoro da remoto: 6 trend per il 2024

    Ecco le tendenze che stanno ridisegnando il futuro del lavoro

    22 Dicembre 2023

    Negli ultimi anni abbiamo assistito a mutamenti radicali nelle modalità lavorative, accelerati da circostanze globali impreviste e da un’evoluzione tecnologica inarrestabile.

    Nell’ultimo periodo, la pandemia ha scosso il mondo lasciando un’eredità duratura, trasformando il “lavoro temporaneo da remoto” in una nuova normalità per molti e aprendo la strada a nuove modalità di lavoro, come il nomadismo digitale e le politiche di lavoro ibride.

    Poi l’esplosione dell’Intelligenza Artificiale nel 2023 ci ha catapultati di colpo in un ulteriore salto quantico del modo di lavorare: dall’oggi al domani l’AI è diventata, nel bene o nel male, parte integrante della nostra professionalità.

    Quelli che inizialmente sembravano solo una reazione temporanea a eventi eccezionali, iniziano a mostrarsi per quello che sono: un vero e proprio spostamento paradigmatico nel modo in cui concepiamo il lavoro, la produttività e l’equilibrio tra vita professionale e personale.

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    Lavoro da remoto: 6 trend per il 2024

    In questo contesto diventa fondamentale analizzare i trend passati per prevedere quelli futuri, non solo per le aziende e gli imprenditori, ma anche per i professionisti e i dipendenti che navigano in queste acque mutevoli.

    Non è semplice riuscirci, perché spesso i dati a disposizione sono pochi e contraddittori. Proviamo però a fare chiarezza, aiutandoci con i numeri del 2023 e con le anticipazioni per il 2024.

    Esplorando il Terzo Report sul Nomadismo Digitale in Italia, che l’Associazione Italiana Nomadi Digitali sta preparando e a cui ci ha dato accesso in anteprima, scopriamo 6 trend chiave che stanno ridisegnando il futuro del lavoro da remoto e del nomadismo digitale.

    Dalle politiche di lavoro ibride e flessibili all’evoluzione dei modelli di business, approfondiamo come questi trend influenzeranno il modo in cui lavoriamo, viviamo e interagiamo nel contesto lavorativo globale.

    1. Politiche di lavoro ibride e flessibili sempre più diffuse

    Il 2024 si preannuncia come l’anno in cui le politiche di lavoro ibride e flessibili diventeranno la norma per molte aziende, sia in Italia che a livello globale.

    Questo cambiamento riflette una crescente necessità di adattarsi alle esigenze dei dipendenti e di attrarre talenti da tutto il mondo.

    La combinazione di lavoro in ufficio e da remoto si sta infatti affermando come la soluzione preferita dalla maggior parte delle aziende, perché offre una maggiore flessibilità, migliora la qualità della vita dei dipendenti, e si rivela anche una strategia efficace per le aziende, che possono così accedere a un pool di talenti più ampio e diversificato.

    Le proiezioni dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano indicano che il numero di lavoratori da remoto in Italia raggiungerà i 3,65 milioni entro il 2024, segnando un incremento significativo rispetto agli anni precedenti.

    Questa tendenza è particolarmente evidente nelle grandi imprese, dove si assiste a un’adozione sempre più diffusa di modelli di lavoro flessibili, incluse sperimentazioni come la settimana lavorativa di quattro giorni, mentre rimane altalenante da parte delle aziende più piccole e delle PA.

    L’adozione di queste politiche flessibili è una risposta diretta alle esigenze e alle aspettative cambiate dei lavoratori, che sempre più spesso cercano posizioni che offrano libertà e autonomia.

    L’ultima indagine di BeDigital Academy, infatti, afferma che oltre 5 italiani su 10 (circa il 55% del campione intervistato) vorrebbe lavorare da remoto e diventare nomade digitale, e stando alle statistiche di Nomad List le persone di nazionalità Italiana iscritte alla piattaforma che si definiscono nomadi digitali sono state più di 800 mila nel 2023. 

    nomade digitale al pc

    2. La crescita del nomadismo digitale in Italia

    Il 2024 segna un’evoluzione significativa nel panorama del nomadismo digitale, con una tendenza crescente verso la diversificazione delle destinazioni e la formazione di comunità di nomadi digitali più stabili.

    Con la crescita internazionale del fenomeno sono emerse luci e ombre del nomadismo digitale, che hanno portato a rivalutare in negativo i tradizionali hub di questa categoria di lavoratori.

    Le destinazioni tradizionalmente popolari tra i nomadi digitali stanno lasciando spazio a luoghi meno conosciuti ma altrettanto affascinanti.

    Piccoli borghi e città di medie dimensioni stanno diventando sempre più attraenti, grazie alla loro offerta di uno stile di vita più tranquillo e autentico, unito a costi di vita più accessibili.

    Parallelamente assistiamo a un aumento significativo degli spazi di coworking e co-living che si stanno diffondendo nelle nuove destinazioni, luoghi dove i nomadi digitali possono incontrarsi, scambiare idee e creare reti professionali e personali, rinforzando ancora di più la crescita di queste comunità.

    3. Migrazione lavorativa inversa e cambiamento delle preferenze abitative

    L’evoluzione del lavoro da remoto e del nomadismo digitale può impattare anche la distribuzione demografica in Italia nel 2024, comportando un significativo cambiamento nelle preferenze abitative e nella scelta dei luoghi di vita e lavoro.

    Stando al “Secondo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia” dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali, basato su un sondaggio internazionale con oltre 2200 partecipanti, l’Italia emerge come una destinazione attraente per i nomadi digitali sia locali che stranieri.

    In particolare, il 93% degli intervistati ha espresso interesse a soggiornare temporaneamente in piccoli comuni e borghi, attratti dalla qualità della vita superiore rispetto ai grandi centri urbani.

    Questa tendenza è confermata anche da un’indagine INAPP precedente, che prevede un cambiamento significativo nel panorama urbano italiano se il lavoro agile diventasse una pratica comune. Oltre un terzo degli occupati si sposterebbe infatti in piccoli centri o in luoghi isolati immersi nella natura, portando introiti non indifferenti in zone periferiche solitamente poco battute dal turismo classico.

    Serena Chironna di Kino Italy, nel suo intervento alla “Prima Conferenza sul Nomadismo Digitale in Italia”, ha raccontato ad esempio come i progetti pilota della sua azienda abbiano generato un impatto stimato di 120 mila euro nei territori coinvolti, attraverso vari settori come affitti, attività, commercio, ristorazione e trasporti.

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    4. Politiche governative mature per attrarre lavoratori da remoto internazionali

    Nel 2023 abbiamo assistito a un crescente interesse da parte dei governi nel promuovere politiche specifiche per attrarre nomadi digitali, una strategia mirata a sfruttare il potenziale economico e innovativo che i professionisti da remoto possono portare.

    Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, su 54 Paesi che offrono il “Digital Nomad Visa”, quasi la metà (il 47%) propone visti della durata massima di un anno, il 39% esenta almeno in parte i nomadi digitali dal pagamento delle tasse locali, e solo il 17% non impone requisiti di reddito minimo, suggerendo che l’obiettivo è attirare professionisti con una certa stabilità finanziaria.

    Ma questo è stato anche l’anno in cui alcuni Paesi, che per primi avevano lanciato politiche fortemente attrattive, hanno fatto marcia indietro. Come il Portogallo che dal 2024 eliminerà le agevolazioni fiscali per i professionisti stranieri e per i nomadi digitali.

    Dunque è probabile che nei prossimi anni assisteremo a una nuova generazione di politiche governative meno volte all’attrazione di talenti con la promessa di sgravi fiscali e più orientate alla creazione di comunità integrate e di più lunga durata nei territori.

    Inoltre, un’enfasi maggiore sarà auspicabilmente posta sulla sostenibilità e la responsabilità sociale, in linea con la crescente consapevolezza degli ultimi anni, con nomadi digitali e aziende remote che adotteranno pratiche sempre più ecologiche e contribuiranno positivamente alle comunità locali.

    lavoro da remoto e tempo libero

    5. Sempre più ubiqui grazie alle infrastrutture digitali e all’AI

    Con l’avvento di tecnologie come il 5G e la banda larga ad alta velocità, l’accesso a Internet diventa sempre più capillare, permettendo ai lavoratori remoti di operare efficacemente da quasi ogni angolo del globo.

    Questo sviluppo infrastrutturale non solo facilita la connettività, aprendo la strada a nuove opportunità di lavoro e collaborazione, ma rende potenzialmente più democratico l’accesso alle opportunità che il lavoro da remoto offre.

    Un esempio significativo di questa tendenza è il sempre più accessibile costo di Starlink: un servizio di connettività globale tramite satelliti che fino a poco tempo fa aveva prezzi inarrivabili e che oggi permette di eliminare le barriere geografiche a costi contenuti.

    Parallelamente, un’altra tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui affrontiamo il lavoro: l’intelligenza artificiale generativa.

    Questa innovazione, capace di automatizzare innumerevoli processi e di ottimizzare i flussi di lavoro, sta cambiando drasticamente le modalità lavorative di tutti: a tratti è un alleato fondamentale per i professionisti in diversi settori, a tratti una minaccia che può ridurre le opportunità lavorative.

    Un trend ormai affermato che è qui per restare.

    Nel 2024 continuerà la sua crescita senza precedenti, diventando sempre più intelligente e, nell’ottica positiva che vogliamo trasmettere, liberando enormi quantità di tempo per i lavoratori che la sapranno sfruttare. Questo permetterà sempre più di ottenere un migliore work-life balance, con maggiore libertà in termini di tempo e spazi.

    6. Nuove figure HR specializzate nel remote working

    Infine, un’altra tendenza che caratterizzerà il 2024, in linea con quanto visto finora e con la crescente necessità da parte delle aziende di gestire una forza lavoro sempre più dislocata in luoghi diversi, sarà l’emergere di figure HR specializzate nella gestione del lavoro da remoto.

    Le risorse umane, tradizionalmente incentrate sulla gestione del personale in sede, ora devono adattarsi a un ambiente lavorativo in cui i dipendenti possono trovarsi in qualsiasi parte del mondo.

    Queste nuove figure HR si concentrano non solo sulle pratiche amministrative, ma anche su aspetti cruciali come il benessere dei dipendenti. In un contesto lavorativo remoto, mantenere un alto livello di engagement dei lavoratori diventa una priorità, che rende necessaria l’implementazione di strategie innovative per costruire una cultura aziendale forte e coesa nonostante la distanza fisica.

    Un altro aspetto fondamentale è la formazione a distanza. I reparti HR specializzati oggi devono sviluppare e gestire programmi di formazione sempre più efficaci e accessibili a un pubblico globale. Ciò include l’uso di tecnologie avanzate come piattaforme di e-learning, realtà virtuale e intelligenza artificiale per creare esperienze formative immersive e personalizzate.

    I 6 trend per il lavoro da remoto nel 2024 mostrano l’affermazione di uno scenario davvero unico e dinamico. La tendenza è quella di considerare sempre più importanti aspetti del lavoro fino a poco tempo fa ignorati, come la libertà, l’autonomia, l’equilibrio, la soddisfazione personale.